mercoledì 28 marzo 2012

Acquisti on-line

In questi giorni in televisione e sui giornali c'è un gran parlare di acquisti on-line di prodotti per la salute.
È ora di fare outing: ebbene sì, l'ho fatto anch'io.

Una delle cose che si è drasticamente ridotta in casa nostra da quando è morta la Maria è stata la quantità e varietà di frutta e verdura. La Maria comperava, puliva, tagliava e preparava almeno due contorni per ogni pasto, spesso anche tre, e diverse porzioni di frutta al giorno; a noi bastava allungare la forchetta - o le mani - e servirci, senza nessuna fatica. La raccomandazione di consumare almeno cinque porzioni di verdura o frutta al giorno per noi era superflua, più facile che fossero sei, sette o anche di più.
Nelle mattine d'inverno trovavamo bicchieroni di spremuta d'arancia appena preparata e, dopo i pasti, un piattino con la mela o l'arancia già tagliate a spicchi oppure una ciotola di pere a cubetti o di macedonia invernale di mele, pere, banane e succo d'arancia. In primavera, chili e chili di fragole già tagliate, spesso mescolate con le banane. D'estate terrine colme di ciliegie o albicocche oppure di cubetti di pesca, di melone o di anguria, freschi di frigo e già tagliati alla misura giusta di un morso. In autunno, ciotole di uva lavata e divisa in piccoli grappoli.

Adesso con la verdura ci provo anch'io, cerco di non farla mai mancare sulla tavola, certo non arrivo a proporre la stessa varietà di prima, ma con le quantità più o meno ci siamo.
Con la frutta invece ho sempre avuto un rapporto più difficile.
Mi piace, se la trovo pronta la mangio più che volentieri, ma detesto doverla tagliare e/o sbucciare. Probabilmente ho preso dalla nonna Ester, che nei cinquanta e passa anni di matrimonio si è sempre fatta sbucciare la frutta dal nonno.
Come se non bastasse, non mangio quasi mai la frutta a tavola, ma un po' più tardi, preferibilmente sul divano oppure davanti al PC, posti in cui è preferibile evitare di impiastricciarsi le mani.

Perfette le banane, che si preparano in un attimo, non sporcano, sono disponibili tutto l'anno e contengono tanto potassio che fa bene... ma non si può vivere solo di banane.
Accettabili le arance. Si trovano quasi sempre, ma le compero solo in stagione, altrimenti sanno davvero di poco. Raramente ho la pazienza di sbucciarle e mangiarle a spicchi, ma d'inverno mi preparo quasi ogni mattina la spremuta. Però era più bello quando scendevo e la trovavo già pronta rigorosamente appena fatta, perché la Maria la preparava solo quando sentiva che mi stavo alzando.
Bene anche ciliegie, albicocche, prugne e uva, che richiedono solo di essere lavate e si possono mangiare con le mani senza grossi rischi di paciugamento, ma hanno una stagionalità piuttosto breve e spesso anche prezzi poco abbordabili.
Amo le fragole. Per una ciotola di fragole potrei quasi vendere l'anima (se c'è anche la panna possiamo anche togliere il "quasi"), quindi sono disposta anche a sobbarcarmi il lavoro di taglio. Anche queste però si trovano solo per un breve periodo dell'anno... adesso!
E poi ci sono le mele.
Perfette da molti punti di vista: si trovano per la maggior parte dell'anno a prezzi ragionevoli, sono ricche di vitamine e minerali e povere di zuccheri.
Sono un po' delicata per quanto riguarda le varietà, non le gradisco tutte, ma amo le red stark, le classiche mele rosse che si trovano facilmente da qualsiasi fruttivendolo o al supermercato.
Solo che la mela richiede un po' di preparazione.
Mangiare un frutto a morsi mentre si guarda la TV o si lavora al PC di solito significa fare danni: è quasi matematicamente certo che un po' di succo colerà sul divano o sulla tastiera. La mela quindi va servita a spicchi. Non importa che sia sbucciata, la buccia non mi disturba, ma bisogna togliere il torsolo e tagliarla a spicchi. E io odio questa operazione.

Insomma, dopo la morte della mamma, il mio consumo di frutta, e di mele in particolare, ha subito un crollo. E non va mica bene, perché si perdono un sacco di nutrienti importanti...
Dovevo trovare una soluzione e girovagando su Internet ho trovato un prodotto che avrebbe potuto aiutarmi.
Costava anche poco, lo spedivano a casa in una confezione anonima, il sito sembrava sicuro: mi sono buttata e l'ho ordinato.
E sapete una cosa?



FUNZIONA!!!




Non voglio fare pubblicità, vi mostro solo un paio di immagini da cui non si capisce la marca.

sabato 17 marzo 2012

Diritti e privilegi

Quando sono andata a fare i prelievi per le analisi, un paio di settimane fa, mi sono organizzata nel solito modo.
Arrivo in ospedale verso le nove, poco prima che finisca la distribuzione dei numeri per i prelievi, innanzitutto perché odio svegliarmi presto, ma anche perché ho valutato che in questo modo il tempo di attesa è minore.
Nelle mattine in cui faccio i prelievi di solito evito di prendere appuntamenti di lavoro, quindi non ho l'esigenza di liberarmi presto. Di conseguenza, sarebbe inutile arrivare prima dell'alba per contendere uno dei primi numeri alla folla di pensionati che arriva lì alle sei e mezzo "per essere i primi", neanche si vincesse un premio. Che poi arrivando così presto bisogna comunque aspettare almeno un'ora prima che apra il laboratorio, e allora qual'è il vantaggio?

Arrivare all'orario di inizio dei prelievi è un mezzo suicidio: ci si trova davanti l'esercito di pensionati delle sei e mezza più una valanga di altre persone, per un totale che spesso arriva a superare i 200.
No, grazie. Tanto vale dormire un paio d'ore in più e prendere uno degli ultimi numeri. Raramente mi trovo davanti più di 70-80 persone, ma anche se fossero di più, nella peggiore delle ipotesi, il tempo di attesa sarà lo stesso e avrò comunque evitato una levataccia.
In ogni caso, almeno una mezz'oretta bisogna metterla in conto, e allora mi porto sempre un libro, per impiegare gradevolmente questo tempo.

Dicevo dell'ultimo prelievo.
Quando sul display è comparso il mio numero, mi sono presentata allo sportello. L'addetta, registrando l'impegnativa, mi ha segnalato che con il mio codice di esenzione, lo 048 delle patologie oncologiche, non era necessario prendere il numero e fare la coda, mi sarei potuta presentare direttamente allo sportello.
Nel periodo delle terapie ho fatto spesso ricorso all'accesso prioritario per i disabili perché avevo le difese immunitarie molto basse e dovevo limitare i contatti con altre persone. Anche nelle settimane subito dopo l'intervento ho sfruttato la priorità, perché avevo difficoltà a restare seduta. Insomma, quando ne ho avuto bisogno, non ho esitato a far valere i miei diritti.
Ma questa volta stavo bene, non c'era nessun motivo di passare davanti alle altre persone in attesa, la priorità non sarebbe più stata un diritto, ma un privilegio.
"Grazie", ho risposto. "Ma adesso non ne ho bisogno".

giovedì 15 marzo 2012

Torna a casa, Cistie!

È tornata!
La mia colecisti è di nuovo al suo posto, lo so per certo: l'ho vista sul monitor.
In occasione dell'ecodoppler del collo ho fatto presente l'anomalia al radiologo che, comprensibilmente imbarazzato per l'errore, ha ricontrollato, rilevando la presenza della sacca biliare, bella, pulita, senza segni di calcoli né altre anomalie.
Son contenta, perché se proprio doveva mancare qualcosa dal mio addome, era moooolto meglio perdere la palla!
E già che ci siamo, anche le mie carotidi sono pulite, nessun segno di placche né tantomeno ostruzioni che possano giustificare il fischio all'orecchio, che a questo punto entra a far parte della famiglia, come un ospite indesiderato che non si riesce a mandar via. Per fortuna almeno non puzza.

Stamattina ho portato tutto l'armamentario di referti all'oncologo che era visibilmente felice e soddisfatto per l'andamento del follow up e mi ha concesso altri sei mesi di libertà vigilata. Abbiamo programmato una ecografia di controllo poco dopo la metà di settembre, così teniamo d'occhio pure la steatosi fantasma, e la visita oncologica a inizio ottobre. Punto e basta.
Niente risonanza né TAC, già fissati gli appuntamenti, per sei mesi non ci penso più.

E sapete una cosa?
Son contenta.

giovedì 8 marzo 2012

Subito, subito!

... che me ne sono già sentite abbastanza per l'agitazione provocata in alcuni lettori dal post sul ritiro degli esiti della risonanza e non vorrei mai che mi arrivasse qualche richiesta di risarcimento per danno biologico e/o spese di psicoterapia.

Le analisi del sangue sono buone, ci sono soltanto il colesterolo un po' alto e i soliti globuli bianchi bassi, sono scesi di nuovo a 3.200 e ormai la soglia "normale" dei 4.000 mi appare sempre più come un miraggio.


Anche l'ecografia è andata bene: nessun segno di recidiva né di metastasi al fegato.
Sollevati?
Io sì.

Però mi è rimasta una perplessità: nel referto sono indicati "esiti regolari di colecistectomia".
Peccato che l'ultima volta che ci avevamo guardato, sei mesi fa, la mia colecisti era ancora lì e non mi risulta che nel frattempo qualcuno l'abbia rubata. Apro un dossier e domani chiederò chiarimenti, visto che devo tornare nello stesso ambulatorio per l'ecodoppler del collo.

C'è anche qualcos'altro da tenere sotto controllo: la famosa steatosi, il "fegato grasso" che non è quello del patè, e che periodicamente appare e scompare dai miei referti degli ultimi sei anni. Qualcuno lo vede e qualcuno no. L'ultima volta, lo stesso ecografista aveva scritto che forse c'era, ma molto lieve, oggi invece l'ha indicato chiaro e tondo.
Secondo dossier.

Nel dubbio, credo sia meglio essere prudente e fare conto che questa steatosi ci sia. E allora sarebbe meglio perdere qualche chilo.
Però...

Sabato scorso ho assistito ad una conferenza sul tumore al seno organizzata dall'AVIS di Bibione.
Il primo, eccellente relatore era un ginecologo che ha parlato dei fattori di rischio biologici e metabolici: predisposizione genetica, numero di gravidanze, tempi di allattamento, ormoni... Affrontando il tema della menopausa, ha parlato dell'accumulo di grasso a livello addominale che spesso accompagna la cessazione dell'attività ovarica, spiegando che, a differenza della ciccia su fianchi e gambe, questo è adipe metabolicamente attivo, che produce diverse sostanze più o meno indesiderabili, tra cui gli estrogeni. Gli estrogeni sono un fattore di rischio per il cancro della mammella, ma hanno anche un effetto simile alla terapia ormonale sostitutiva e aiutano a contrastare gli effetti della menopausa, in particolare le vampate di calore. È per questo, ha concluso, che le donne magre in genere soffrono maggiormente per le vampate rispetto a quelle più cicciotte.

Ora, sono quattro-anni-quattro che le vampate mi perseguitano, con il loro corollario di arrossamento, sudorazione, calo della pressione, tachicardia e a volte addirittura capogiri.
A volte calano per un po', poi riprendono vigore. Nelle ultime settimane in particolare hanno ricominciato a massacrarmi, dopo un periodo di relativa calma nei mesi più freddi.
E ora questo mi viene a dire che se dimagrisco potrebbero anche peggiorare.
Perdere peso?

sabato 3 marzo 2012

Azzampatissimi!

In questi giorni in casa nostra ci si abbraccia un sacco. Anzi, ci si azzampa.
E sì, perché mica siamo come tutti gli altri, noi siamo una famiglia felina: alla mattina ci laviamo il muso e alla sera le zanne. E prima dei pasti, ovviamente, ci laviamo le zampe.
D'altra parte ormai lo sapete che non siamo tanto normali, no? Quindi anche le nostre manifestazioni di affetto hanno qualcosa di speciale.

Più di vent'anni fa, mia nonna Ester, guardando due gatti, il mio e il suo, che dormivano strettamente intrecciati l'uno con l'altro, osservò che trattandosi di animali era improprio dire che stavano abbracciati: erano "azzampati". Quella parola era talmente bella e rappresentativa, che da allora l'ho adottata senza riserve.

A casa nostra quindi ci si azzampa e ci si scambiano zampate. Ma tante!
Le manifestazioni di affetto qui sono sempre ottime e abbondanti e non ci facciamo mai mancare massicce dosi di coccole. L'unico che si tira un po' indietro da questo punto di vista è il felino alfa, il Ciccio: a lui piace farsi coccolare, ma non ricambia altrettanto generosamente. Il massimo che ci concede, ogni tanto, è di strofinare il muso contro la nostra mano e qualche volta, in via del tutto eccezionale, ci omaggia di una leccatina. Ma trattandosi di un gatto, bisogna accettare le sue condizioni.
(questo è il Ciccio che si fa coccolare e ricambia)
Torniamo agli umani.
Le zampate qui sono all'ordine del giorno, anzi ce ne sono parecchie ogni giorno.
Ultimamente però la dose è cresciuta a dismisura. Prima c'era il bisogno di stemperare la tensione per l'esito dei controlli, poi la voglia di festeggiare il primo, ottimo risultato.
E allora vai di zampate.
Ogni occasione è buona e se non c'è l'occasione, la si crea.
Insomma, in questi giorni siamo... azzampatissimi!